Luca Crovi, saggista, esordisce con il raccontare un suo personale aneddoto sul suo rapporto con Bianca Pitzorno: lei, quando Crovi aveva solo tre anni e mezzo circa, gli avrebbe insegnato a scrivere, lettera per lettera, nel giro di soli quattro sabati! Questo perché Pitzorno all’epoca lavorava con il padre di Crovi, a dimostrazione che la passione per i libri e la scrittura può essere tanto innata in un autore quanto trasmessa di persona in persona, se c’è abbastanza sentimento da sostenerla.
Nel caso della Pitzorno la passione per i libri, e in particolare per quelli gialli, nasce più o meno a partire dalle scuole medie, periodo in cui lei e le sue amiche compravano le edizioni dei più svariati titoli a poco prezzo, scambiandoli tra di loro come un vero e proprio book club, molto popolari anche oggi. Naturalmente, tra le autrici predilette dalla scrittrice, risaltano Agatha Christie, su cui poi si è incentrato l’incontro, ma anche Anne Perry e Carolina Invernizio (autrice di oltre cento cinque romanzi), tutte e tre grandi ispirazioni per Pitzorno, nonostante non scrivessero il suo stesso genere.
Parlando di Christie, Pitzorno si sofferma soprattutto sull’importanza di un libro in particolare della giallista inglese, ovvero la sua biografia intitolata La mia vita: in particolare, Pitzorno afferma che «Agatha sa che la scrittura è un artigianato. Non gioca a fare l’artista», a testimonia della dedizione e del rispetto per la propria arte che la Christie infonde nei suoi romanzi, strettamente legati al suo upbringing (educazione) e al suo vissuto da donna adulta (traendo ispirazione dal vero per molte ambientazioni delle proprie opere).
Nonostante ci sia chi voglia definirla per certi versi razzista (a causa delle censure/modifiche subite dai suoi testi durante il fascismo e non solo), la realtà è ben diversa: infatti, Christie era una scrittrice altamente cosmopolita, avendo vissuto per gran parte della sua vita in Oriente e scrivendo di esso in maniera evocativa e con grande realismo.
Per descrivere al meglio che genere di donna fosse Agatha Christie, è utile riportare una sua famosa citazione: «Sono contenta. Ho fatto tutto quello che volevo», ovvero ha avuto il coraggio di fare tutto ciò che una signora non doveva fare secondo le opinioni dell’epoca, superando le aspettative e vedendoci giusto, anche prevedendo alcuni dei suoi futuri bestseller.
Chiunque abbia letto Christie, infine, può concordare sul fatto che il suo modo di scrivere è caratterizzato da una “economia delle parole”, semplice e comprensibile, nonché estemporaneo (perché adatto ad essere ambientato in qualsiasi tempo e luogo). Questo spiega la grande fortuna dello spettacolo teatrale The Mousetrap (trappola per topi), un chiodo fisso nel teatro londinese, prova tangibile della presenza costante di Christie anche in tempi moderni. Agatha Christie, dunque, non è solo passato, ma è attuale ora e sempre.