05 | 09 | 2025

Agatha Christie: un classico della letteratura

Antonio Moresco e Luca Crovi svelano la pensatrice dietro alla scrittrice di successo

C’è una definizione di classico che dà Italo Calvino in Perché leggere i classici, che sembra adattarsi particolarmente bene alla visione di Antonio Moresco sull’opera di Agatha Christie: «Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire». Perché è vero che alla fine dei gialli di Christie il mistero viene sciolto e il nome dell’assassino rivelato, ma è altrettanto vero, secondo Moresco, che dietro all’umile e amabile scrittrice, che tutti leggono e apprezzano per la sua maestria tecnica e il suo ardimento narrativo, si nasconde una pensatrice con una propria visione del mondo. È questo lato di Agatha che lo scrittore mantovano, curatore del primo Meridiano italiano a lei dedicato, ha cercato di mettere finalmente in evidenza, a partire dal titolo che ha scelto per il volume: Fiabe gialle. Al pari delle fiabe, che tutti conoscono e che ci tramandano i più grandi archetipi, i libri della scrittrice britannica possono essere considerati sapienziali, perché contengono messaggi profondi di riflessione sulla vita. Alcune di queste riflessioni Moresco le ha selezionate e poste all’attenzione del suo pubblico, stimolandolo ad andare a rileggersi l’opera di Christie e a trovarne di altre: «La vita è molto crudele, molto ingiusta. Certa gente non raggiunge mai la felicità»; «Il mondo è un posto pieno di cattiveria. […] ognuno di noi è un potenziale assassino»; «La malvagità della natura umana è incredibile».

Con una semplicità quasi infantile, la scrittrice esprime verità dolorosissime. Proprio questa sua capacità di vedere il mondo con uno sguardo fiabesco, trascendente, quasi metafisico, è, per il curatore, una delle ragioni del suo grande successo, perché la porta a rivolgersi all’inconscio dei suoi lettori, al bambino che è dentro ognuno di noi e che, non a caso, abbiamo dovuto ammazzare per diventare adulti. Da qui, la scelta di mettere in copertina una foto di Agatha da piccola, mentre ci guarda con occhi smarriti. L’infanzia della scrittrice, infatti, è stata tutt’altro che spensierata: la crisi finanziaria della famiglia, la morte del padre quando è ancora solo una bambina, la perdita della madre e la scoperta del tradimento da parte del marito nello stesso giorno. Eppure, Christie compie nella storia del genere giallo un passaggio che nessun altro autore ha il coraggio di fare: trasforma l’investigatore Poirot, uno dei suoi protagonisti più celebri, in un personaggio comico. Al centro di vicende che comportano omicidi, si tratta, per Moresco, di una mossa geniale di alleggerimento narrativo. È così che nel microcosmo a cui le storie della scrittrice danno vita realtà, follia, morte e amore convivono, facendo della sua opera un classico della letteratura.