05 | 09 | 2025

Alcibiade, un dandy nella democratica Atene

Ilja Leonard Pfeijffer con Antonio De Sortis parla della poliedrica figura di Alcibiade e della democrazia ateniese

Alcibiade è stato un personaggio poliedrico e contrastante, ha lasciato un segno indelebile nell'antichità classica. Allievo di Socrate che amava ma non seguì mai, ebbe il grande statista Pericle come tutore, viaggiò fino ai confini dell'antichità, suscitò emozioni di amore e di odio tra i suoi contemporanei. E visse nel momento della grande sofistica ateniese e della crisi della grande democrazia che ha ispirato tutte le successive.

Ilja Leonard Pfeijffer ha raccontato questo personaggio dell'antichità in un romanzo storico, concentrandosi sull'interiorità di Alcibiade, che rimane a noi sconosciuta anche nell'abbondanza delle testimonianze su di lui. Alcibiade è un personaggio ambizioso e ricco, eccentrico, influenzato dal momento storico in cui vive, dai discorsi sofistici usati dai demagoghi. Lui si immerge nel clima di populismo dei suoi anni nella seconda metà del V secolo a.C. ed essendo popolare e bello diventa uno degli interlocutori politici più influenti nella democrazia ateniese.

Ma ha anche una vita avventurosa, viaggia molto proprio a causa delle vicende che si susseguono ad Atene e che mutano il favore del popolo. Desidera guidare la Spedizione in Sicilia, una grandissima impresa che gli Ateniesi speravano li avrebbe condotti persino a Gibilterra, il confine occidentale dell'antichità, ma non fa a tempo a partire che viene accusato e condannato a morte in assenza e da lì inizia la sua fuga. Prima Sparta, acerrima nemica di Atene in quel periodo, poi la Persia, il confine orientale del mondo allora conosciuto, e la Tracia, quello settentrionale. Ma poi torna, torna ad Atene una seconda volta nella speranza di ridare potere a quella democrazia. E termina la sua vita in esilio e proprio qui Pfeijffer lo racconta, mentre giustifica le sue scelte e cerca di convincere ancora una volta i suoi compatrioti che nonostante tutto ha sempre agito in favore di Atene e della sua democrazia. Ma lo fa mostrando anche le sue paure, i suoi desideri e ambizioni, le sue preoccupazioni.

La seconda protagonista del romanzo è proprio Atene con la sua democrazia in crisi. I sintomi di questo declino sono spaventosamente riconoscibili nel presente e questo è anche parte del motivo che ha condotto Pfeijffer a riprendere in mano questo progetto e parlare dell'oggi nel riflesso dell'antichità.

Antonio De Sortis ricorda un dettaglio interessante della produzione di questo romanzo: Pfeijffer iniziò a scrivere nel gennaio 2022 quando ancora la guerra non era tornata in Europa. Questa, secondo lo scrittore, doveva essere una tematica secondaria, poco attuale, ma è bastato un mese per farlo ricredere con l'inizio della guerra in Ucraina: insieme alla democrazia anche la Guerra del Peloponneso diventa così centrale nel riflettere sulla modernità, come sempre fa nella sua scrittura. E una coincidenza interessante è che Atene perse la guerra anche perché entrarono in crisi le rotte di approvvigionamento dal Mar Nero, sulla costa dell'odierna Ucraina. Questo esperimento, come lo definisce Pfeijffer, che scrive per la prima volta un romanzo storico, dà «una sensazione di macchina del tempo», ma permette di riflettere anche sul nostro quotidiano.