05 | 09 | 2024

Alla riscoperta degli animali, nel nome dello stupore

Un viaggio reale e fantastico nel mondo degli animali, con Francesca Scotti ed Eloisa Morra, Stefania Accordi e Massimiliano Tappari
Perché guardiamo gli animali? Perché l’uomo li ha sempre guardati?

Il percorso attraverso i manoscritti della Biblioteca Teresiana, organizzato da Eloisa Morra (professoressa all'università di Toronto) e da Francesca Scotti (scrittrice e reporter), prende le mosse proprio da questa domanda. La collana da loro proposta è un susseguirsi di suggestioni, di composizioni di chi gli animali li ha guardati per studiarli e catalogarli, oppure, come gli antichi, di chi per la realtà non aveva tutto l’interesse moderno e ha preferito farsi prendere dalla fantasia, dall'immaginazione.

Si parte da Aristotele, passando per Plinio e la sua Naturalis Historia; poi le esigenze allegorico-moralizzanti del pieno medioevo, gli animali che incutono timore e ricordano cosa bisogna rifuggire, arrivando fino al 2001, con il bestiario podiense di Stefano Scansani, Mario Setti e Carlo Benfatti. Tra gli altri nomi, spicca quello di Maria Sibylla Merjan che, come spiega Scotti, scopre da giovanissima la passione per il disegno degli animali e in particolare per gli insetti, riuscendo, come quasi nessuna donna all’epoca, a lavorare con la sua passione, osservando con i suoi occhi la metamorfosi, in un’epoca ancora radicata nel credere alla generazione spontanea.

Le due studiose accompagnano il lettore in questo viaggio, a metà tra il reale e il fantastico, e così raggiungono l’obiettivo di «riportarci insieme vicino a una parte imprescindibile della nostra vita – la condivisione di questo pianeta con le altre specie».

È poi l’entusiasmo e la straordinaria competenza di Stefania Accordi, divulgatrice scientifica e curatrice della collezione, che riaccompagna il pubblico nel mondo reale, alla scoperta di quello che oggi è il Museo di Storia Naturale del Liceo Virgilio e che fino a 150 anni fa era il laboratorio degli studenti della scuola. La stanza è una, i mondi e le storie che contiene sono centinaia: c’è la storia di un coccodrillo proveniente dal Nilo che abita le stanze del Virgilio dal 1830, dopo che il tentativo di Giuseppe Acerbi di donarlo al parroco del suo paese di origine viene bruscamente respinto. C’è la triste storia dell’Ibis mignattaio europeo (nome comune per Plegadis Falcinellus) che, preda dei cacciatori sin dal 1825, è praticamente scomparso dall’Europa per molto tempo, per poi tornare a nidificare nel Nord Italia solo qualche anno fa. C’è un erbario che contiene 3000 specie di piante, quasi interamente di origine mantovana, che ricorda il passato botanico della città e che permette di riflettere su quanto si può conservare e su quanto, purtroppo, si è perso.

In questa stanza si trova, più in generale, la storia dello sguardo dell’uomo verso gli animali e le piante, uno sguardo non sempre conservatore, bensì improntato alla cattura, all’appropriazione. Oggi c’è soprattutto lo sguardo di amore di Stefania Accordi e il suo desiderio di restituire nuova vita a questa splendida collezione.

A concludere l’evento, il laboratorio con Massimiliano Tappari, fotografo che, insegnando al pubblico un po’ della sua pareìdolia e della sua attitudine allo stupore, li porta «in safari per Mantova» a scoprire un gatto nei cornicione di una chiesa, una rana in una buca delle lettere e persino una lumaca nella cartina della città. «Più cose vediamo, più cose metabolizziamo e più cose ci portiamo dentro, più ampio diventa il nostro sguardo». Alla fine del percorso, sono proprio i partecipanti a ricreare, con forbici e immaginazione, creature fantastiche, partendo dalle suggestioni ricevute durante tutto il loro viaggio.