È strano pensare ad animali e politica nella stessa frase, ma gli uomini non sono gli unici agenti politici. Riflettere su questo significa interrogarsi sul rapporto che abbiamo con gli animali. La filosofa e scrittrice Eva Meijer parla sì con dolcezza, ma anche con una certa dose di fermezza. La ricerca nella biologia ed etologia ha scoperto che i licaoni starnutiscono quando devono esprimere un voto per muoversi in una certa direzione. Lo stesso vale per i bisonti africani che si alzano e si accovacciano per esprimere la possibilità di spostarsi. Anche i piccioni votano, incluso quelli di rango più basso. Senza parlare delle api: hanno dibattiti molto complessi quando devono decidere l’ubicazione del futuro nido. Questi sono processi democratici a tutti gli effetti.
«Abbiamo la falsa pretesa di essere gli unici ad avere moralità» interviene Marco Filoni, professore associato di Filosofia politica. I filosofi tendono a definire i concetti dal punto di vista umano, proprio perché sono umani. Questa visione antropocentrica ha come risultato l’oppressione e la dominazione degli animali. Certo, ci sono delle eccezioni in questo trattamento, come gli animali domestici.
In realtà, gli animali sono più “umani” di quanto ci aspetteremmo. Elefanti, delfini, cocorite e pipistrelli danno nomi ai figli, e questi ultimi addirittura litigano e spettegolano. I polli riescono a distinguere gli esseri umani che interagiscono con loro, attribuiscono loro nomi e intavolano delle conversazioni. La Meijer racconta di vivere con 25 ex cavie da laboratorio. Centinaia di migliaia di topi vengono uccisi ogni anno per la ricerca; è per salvarli che li ha adottati, oltre che per studiarli da vicino. «Inizialmente non erano interessati alla mia amicizia, per guadagnarla ho suonato per loro la chitarra e l’ukulele ogni sera. Ho scoperto che hanno una personalità ben definita, e amicizie molto forti. Quando qualcuno è malato gli altri gli stanno vicino per supportarlo. L’aspettativa di vita di questi topolini è di circa due anni, quando uno di loro è morto ho addirittura assistito a una sorta di rito di sepoltura. Questo ha cambiato per sempre la mia percezione di quello che è un essere apparentemente insignificante».
«Cosa possiamo imparare da loro?» è la domanda di Filoni - ma anche di tutti noi. Possiamo imparare a vivere in modo più bilanciato. Noi uomini inquiniamo e siamo legati ai profitti. Possiamo cercare di diventare cittadini ecologici migliori e fondare la società sulla cura piuttosto che sul guadagno economico. Ancora, dobbiamo ampliare la nostra capacità di ascoltare e di accogliere il diverso. Sono stati fatti diversi studi sul mondo animale, ma c’è ancora tanto che non sappiamo. Siamo qui per poco tempo e la vita già è difficile, dobbiamo imparare a convivere perché non siamo gli unici sul pianeta Terra.