05 | 09 | 2025

Aristofane fra ieri e oggi

Tommaso Braccini, Martina dal Cengio ed Emilio Russo ci riportano in un ipotetico Festivaletteratura… nel 1525

In una delle meravigliose sale di Palazzo Te, tre illustri ospiti hanno accompagnato il pubblico in un immaginario viaggio nel tempo, fino alla Mantova del 1525, ipotizzando come sarebbe stato all'epoca il mitico Festivaletteratura. Questi tre “Virgilio” della serata, Tommaso Braccini, Martina dal Cengio ed Emilio Russo, non si sono limitati ad illustrare le commedie di Aristofane, ma attraverso una fotocopia del frontespizio e di alcune parti dell’edizione presa in considerazione hanno permesso al pubblico di essere più coinvolto anche nelle riflessioni più approfondite sulle particolarità dell’edizione in sé.

L’opera presentata, però, non è un’edizione delle commedie di Aristofane come tutte le altre, ma l’edizione del 1525 (secondo calendario fiorentino) ristampata dall’editore fiorentino Bernardo Giunti (il quale cura anche la lettera dedicatoria posta all’interno dell’edizione, insieme al curatore della stessa, Antonio Francini).

Nell’edizione di Francini, dunque, sono stati inseriti sessanta versi mancanti nella commedia aristofanea intitolata La Pace, ancora molto attuale per le sue tematiche.

Anche Braccini, professore ordinario di filologia classica all'Università di Siena, nei suoi libri spesso recupera frammenti di opere, che tornano e a volte si perdono, come nel suo Avventure e disavventure dei classici. Libri perduti, ritrovati e sognati dall'antichità a oggi.

Lo stesso professore, nel suo discorso, si sofferma proprio sulla commedia sopracitata, sia per il suo valore filologico all’interno della raccolta di commedie trasmessa fino a noi, sia per alcune verità ancora reali oggi (la guerra dura da tanti anni, la guerra è sofferta dalla parte più bassa della popolazione).

Nonostante Aristofane fosse molto irriverente e a tratti senza filtri, molto più dei suoi colleghi commediografi dell’epoca, è rimasto uno degli autori più contemporanei giunto fino a noi, per quanto riguarda il teatro greco, soprattutto per le tematiche che lui poneva in scena.

Anche oggi le sue opere continuano ad essere messe in scena, anche se più che solo far ridere, è probabile che farebbe molto riflettere il pubblico moderno. Questo perché, come è naturale, le battute legate ad un certo periodo di tempo e ad una certa cultura con il tempo “invecchiano”, ovvero perdono contatto con il nuovo pubblico perché collegate ad un sistema di valori lontano da chi guarda la rappresentazione.

Narrando sia la trama culturale che i percorsi storici che hanno portato alla pubblicazione di questa particolare raccolta, si è finiti per parlare dell’Italia Rinascimentale, di battaglie editoriali nel Cinquecento e Seicento, della corsa alla stampa per pubblicare quel che di più nuovo e mai visto ci fosse in circolazione…insomma, una fonte di ispirazione e curiosità per appassionati della materia e non, vista la passione con cui Braccini ha saputo illustrare a modo suo un argomento che gli stava chiaramente a cuore e che è molto probabile abbia “contagiato” anche il pubblico con la sua passione per la materia trattata. Una bellissima lezione di filologia, cultura italiana cinque/seicentesca e un ritorno alle radici della nostra antichità più prossima, sempre in dialogo con noi pur restando sul nostro territorio.