03 | 09 | 2025

Che cos'è l'analfabetismo funzionale?

Manuela Manera: è davvero così catastrofico?

La parola analfabeta deriva dal greco ed etimologicamente significa “privo dell’alfa e della beta”, quindi “che non ha l’abc”. Suona come deficiente, ovvero manchevole. È una persona alla quale mancano gli elementi minimi per orientarsi in una cosa semplice. Ma chi non sa qualcosa non va additato come ignorante, perché probabilmente dopo avere imparato quella nozione, ne ha perso la memoria, non avendo occasione di applicarla nella vita di tutti i giorni.

L’autrice, Manuela Manera, propone una riflessione su 3 parole: conoscenza, abilità, competenza. Queste parole, che possono sembrare simili, hanno 3 significati diversi. Conoscenza indica un’informazione imparata, abilità è la capacità di fare, mentre competenza è l’unione delle precedenti con le proprie capacità individuali, la procedura con cui risolviamo i problemi.

Nel 2018, l’Unione Europea stila una lista di 8 competenze chiave dell’apprendimento permanente (Lifelong Learning). Queste competenze (alfabetica funzionale, multilinguistica, matematico-scientifica, digitale, personale e sociale, di cittadinanza, impreditoriale, di consapevolezza ed espressione culturali) sono complesse e composte da vari elementi. Anche se sono concettualmente autonome, interagiscono tra di loro, non sono separate. Sono definite chiave perché non risultano utili solo in ambito scolastico o individuale, ma hanno un impatto su tutta la società. Il 99,7% della popolazione è alfabetizzata al giorno d’oggi in Italia, ovvero è in grado di leggere un testo. Il vero problema si annida nell’alfabetismo funzionale, ovvero la capacità di leggere e comprendere un testo, a causa di uno scarso senso critico.

Nonostante l’allarmismo dei giornali, però, i dati rilevati dalle prove INVALSI non sono del tutto negativi. Infatti in Italia non appaiono forti distanze sociali, quindi la cultura è accessibile in modo simile alle varie categorie sociali. In conclusione, l’autrice consiglia di stare attenti alle narrazioni fuorvianti, coltivare la propria curiosità, pretendere chiarezza e soprattutto di cercare di cambiare le cose dal basso, partendo dalla propria comunità e con le proprie forze.