Il chassidismo è un movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso. È molto diffuso nel Nord America dove è abbastanza comune vivano grandi comunità chassidiche, caratterizzate da un aspetto molto riconoscibile: giacche lunghe, pantaloni neri e lunghi capelli ricci per gli uomini; vestiti scuri, testa rasata e parrucche per le donne, insieme a una serie di regole che dirigono le vite dei suoi membri.
Goldie Goldbloom è un'autrice australiana, residente negli Stati Uniti, attivista per i diritti delle persone Lgbtqia+ e membro della comunità ebrea chassidica della città di Chicago. Ha otto figli ed è una delle pochissime persone ad essere rimasta all’interno della comunità dopo aver fatto coming out.
Il suo ultimo libro Madre, pubblicato nel 2023 ed edito in Italia da Playground, racconta la storia di Surie, una donna di 57 anni membro della comunità chassidica di Williamsbourg, un sobborgo di Brooklyn. Surie si trova ad affrontare una gravidanza gemellare inaspettata, arrivata anni dopo un tumore al seno ed una conseguente mastectomia bilaterale; si trova sola davanti al mondo, piena di vergogna, segreti e paura. Non riesce a rivelarlo a nessuno, marito e figli compresi, e questo segreto la logora profondamente.
L'autrice, intervistata dalla scrittrice e attrice Lella Costa, racconta al pubblico tutti i temi e i retroscena di quest'ultima sua opera nell’evento Se leggiamo compassione, diventiamo compassione.
«Questo libro è interrogante, sorprendente ed ha un incredibile sguardo emozionale». Con queste parole Lella Costa ha introdotto Madre, per poi addentrarsi insieme all’autrice nei mille temi che compongono il romanzo. Tra pregiudizi, vergogna, ruolo femminile nella comunità chassidica e segreti, la protagonista si muove in un viaggio interiore che la porterà a vedere la gravidanza non come una prigione ma come una nuova libertà.
«Dentro siamo tutti uguali e lo scopriamo solo ascoltando le voci che non sentiamo mai»: così Goldie Goldbloom, interrogata sulla forza devastatrice del segreto ha spiegato come, secondo lei, se rimuovessimo il nostro guscio esterno, dentro non saremmo altro che un groviglio di emozioni raccolte attorno ai nostri segreti. Per l'autrice, la letteratura è dare voce a chi rimane nell’ombra, a chi non viene ascoltato, e nel caso di Madre la voce ad emergere è proprio la sua, oltre a quella delle donne della sua comunità.
Raccontando la genesi del romanzo ha rivelato come l'opera sia nato quasi come gioco, in una vacanza creativa di 10 giorni con il figlio, in cui ha deciso di scrivere ciò che meglio conosceva: maternità, ostetricia e chassidismo.
Infine, sollecitata dalle domande del pubblico l’autrice ha rivelato come, nonostante le sue paure iniziali, il libro sia stato molto ben recepito dai membri della comunità chassidica ed ha ribadito la propria volontà di rimanere all’interno della comunità stessa malgrado l’appartenenza alla comunità Lgbtqia+.