Chi l’ha detto che 2+2 fa sempre 4?!
La spiegazione è semplice e dipende dalle condizioni di insieme.
https://twitter.com/festletteratura/status/1304703797588000768
Anche Vladimir Nabokov riflette su quanto la tirannia del senso comune sia fuorviante e ingannevole osservando e ribattendo che, se «cento dollari son più di cinquanta […] un fenomeno chiamato inflazione ha fatto sì, notoriamente, che cento dollari arrivassero a valerne meno di dieci nel giro di una notte», come una stessa equazione capace di ammettere più soluzioni a seconda delle circostanze. Non a caso, secondo Chiara Valerio : «le verità umane somigliano alle verità matematiche. Sono tutte assolute e tutte transeunti, dipendono dall’insieme in cui vengono enunciate, dal contesto». Sono verità effettuali, per dirla con Machiavelli.
https://www.youtube.com/watch?v=QNdFagC-N7Q
Insofferente nei confronti degli assoluti incontestabili, la matematica insegna a dire no all’autorità . Un no riottoso e ribelle, alla Lady Oscar delle scienze, contro le imposizioni dall’alto e i dogmi indiscutibili. È così che «democrazia e matematica, da un punto di vista politico, si somigliano –in quanto- come tutti i processi creativi non sopportano di non cambiare mai». Messa al bando l’autorità, ci si può chiedere, allora, cosa resta? Restano prospettive e punti di vista, molto più umani, sentimentali ed emotivi e pure molto più interessanti, sfaccettati e tridimensionali della verità . No, Chiara Valerio non istiga all’anarchia, ma ad una posizione relativista onnicomprensiva. Tant’è che dire no all’autorità non significa dire no alle regole e non dire no alle regole non significa obbedire passivamente.
https://twitter.com/festletteratura/status/1304724085499465733
A differenza di un sistema dittatoriale, la democrazia si distingue proprio quale «percorso di interpretazioni, contrattazioni e indecisioni», al pari di una teoria scientifica che va continuamente verificata . Così come la scienza non procede per certezze, ma per dubbi, ipotesi e pure errori. Ebbene sì, persino i matematici sbagliano.
E Chiara Valerio, grazie al suo personale apprendistato matematico, un apprendistato prima di tutto etico e civile, insegna a guardare agli errori con grazia ed occhi di scienziata . Non come a «difetti morali» bensì come ad «uno dei modi per proseguire la ricerca», raddrizzare il tiro «o addirittura cambiarlo», con grande umiltà verso i propri limiti, giacché il perdono cristiano in matematica si traduce nella comprensione, nella comprensione appunto degli errori.
Per questo motivo pensare agli scienziati come a geni infallibili o «ai sacerdoti della soluzione […] è un modo […] di istituzionalizzare come scienza qualcosa che è il contrario della scienza: la certezza fideistica».
https://www.youtube.com/watch?v=VzlZaO7peTc
Da tali osservazioni deriva quindi la rampogna verso la classe politica attuale che, se avesse studiato matematica e se l’avesse capita, si comporterebbe diversamente per cui i politici «non agirebbero come singoli, ma come funzioni di un sistema più ampio del loro ego, e soprattutto non si preoccuperebbero delle cose, ma delle relazioni tra le cose», in virtù di quell’affascinante e potentissimo principio di superadditività tale per cui « lo Stato è qualcosa di più rispetto all’azione congiunta di potere legislativo, esecutivo e giudiziario », allo stesso modo in cui ogni uomo è qualcosa che va ben al di là di asettici dati biologico-genetici.
L’uomo è memoria, è interpretazione, comprensione e fraintendimento, è perdono ed è verbo. Ed
è proprio il verbo, la
parola, il linguaggio, a rendere l’individuo irriducibile
, “perché permette di
raccontare. E raccontando di creare versioni”.
Per ascoltare l'intero incontro:
https://2020.festivaletteratura.it/events/107/