07 | 09 | 2025

Dimentichiamo per potere ricordare

Sergio Della Sala dialoga con il giornalista Pietro Minto sullo strumento più evoluto che esista: il cervello umano

Memoria e oblio sono lati opposti della stessa medaglia. I verbi dell’oblio sono 'dimenticare' e 'scordare', spesso usati come sinonimi, ma con un’accezione leggermente diversa: mentre 'dimenticare' significa allontanare dalla mente, l’etimologia di 'scordare' ha a che fare con qualcosa che esce dal cuore. Tuttavia, la dimenticanza non è l’antagonista del ricordo, quanto più una funzione cognitiva a sé stante. Sembra assurdo, ma se non dimenticassimo, non potremmo ricordare bene.

Il neuroscienziato Sergio Della Sala sorride, mentre tra i presenti qualcuno aggrotta la fronte, confuso. «Pensate a un barista. Come farebbe a soddisfare le richieste dei clienti, se rimanesse focalizzato sull’ordinazione precedente?» La memoria prodigiosa non è un vantaggio perché impedisce il ragionamento. Ragionare significa togliere i dettagli, semplificare, raggruppare in categorie. Riconosciamo un cane non dall’analisi di ogni parte che lo compone, ma dall’attivazione della memoria semantica che contiene la categoria 'cane'.

I temi si incatenano quasi automaticamente, ma il giornalista Pietro Minto aiuta a non perdere il filo del discorso. Che cosa sono i bias cognitivi? Possiamo dire che si tratta di pregiudizi, di scorciatoie per prendere decisioni o agire. È come funziona la nostra mente e quello che ci permette di sopravvivere. Il nostro cervello funziona in maniera imperfetta, ma è anche grazie agli errori che ci siamo evoluti. Se fossimo nella savana e vedessimo l’erba alta muoversi, scapperemmo per paura che fosse una tigre. Un computer, d’altra parte, riuscirebbe a calcolare con esattezza la probabilità tra un colpo di vento e un reale pericolo. Ma verrebbe prima o poi smentito dal palesarsi della tigre. Siamo passibili di errori anche e soprattutto nel processo del ricordo. Non registriamo gli avvenimenti come un computer o una telecamera, ma li ricostruiamo, e in questo siamo passibili di errori. È stato condotto un esperimento a Disneyland: all’uscita del parco di divertimenti, è stato chiesto ad alcune persone se avessero salutato Bugs Bunny. In tanti hanno risposto affermativamente. Peccato che Bugs Bunny sia un personaggio della Warner Bros, che nulla ha a che fare con Disney. Un esperimento simile è stato svolto live nella Basilica di Santa Barbara, luogo dell’evento. Della Sala ha elencato diverse parole, molte avevano a che fare con l’ambito dei dolci. Alla domanda «Nell’elenco, rientrava la parola “dolci”?», non poche persone hanno risposto di sì.

Molto del nostro sistema mentale avviene in assenza di consapevolezza. Qual è l’immagine dietro ai 50 centesimi? È una domanda difficile, eppure quante volte abbiamo maneggiato questa moneta? Ricordiamo quello che è per noi funzionale e dimentichiamo moltissimo, immediatamente. Quello che rimane dopo una settimana da un incontro come questo, è circoscritto tra il 2 e il 4%. Rimane tuttavia una memoria implicita della situazione, ovvero i partecipanti saranno più propensi a tornare al Festivaletteratura o a recarsi in libreria ad acquistare un libro. Il 2 agosto 1980 ci fu un attentato di matrice fascista nella stazione centrale di Bologna. Un orologio, rimasto fermo alle 10.25, era poi stato rimesso in funzionamento, per poi essere di nuovo simbolicamente fermato a quell’ora. Mentre era in funzione, fu chiesto ad alcuni lavoratori della stazione se le lancette si muovessero o meno. Tutti rispondevano che fossero ferme alle 10.25. La memoria collettiva prevarica di fronte alle percezioni quotidiane.