Nel 2024 l’Italia è stato il secondo paese più visitato dell’Unione Europea, ma per Beppe Severgnini, che nella sua vita ha viaggiato il mondo e che oggi viaggia in lungo e in largo per la penisola italiana, il turismo è per il nostro paese tanto una fortuna quanto una condanna.
In una situazione globale sempre più complessa a causa delle guerre, l’Italia è vista come un posto sicuro e gradevole dove trascorrere le proprie vacanze. Soltanto lo scorso anno, le presenze turistiche nello Stivale hanno raggiunto il record di 458,4 milioni, il 2,5% in più rispetto all’anno precedente, ma per il giornalista insieme al numero dei turisti aumenta anche il “rischio Venezia”, vale a dire il rischio che nelle città italiane tutto diventi a misura di turista. Il problema, spiega Severgnini, è che «il turista è per definizione superficiale». Mentre il viaggiatore arriva in un posto preparato ed è alla ricerca di esperienze autentiche, il turista spesso si accontenta di qualsiasi cosa, perché le sue priorità sono la comodità e il divertimento. Allo stesso tempo, però, c’è nel turista un particolare senso del dovere, che lo porta a voler fare tutto e a far vedere tutto a tutti, e la causa, secondo il giornalista, è da individuare nei social: «Se c’è qualcosa che eccita il turismo di massa è attraverso i social». È possibile, allora, trovare delle soluzioni al sempre più crescente fenomeno dell’overtourism? Se esistono degli antidoti, Severgnini ammette di non conoscerli, ma osservare il fenomeno da vicino può rivelarsi un’occasione interessante per ragionare anche su noi stessi e sulla nostra soglia di sopportazione. Marta Bacigalupo parte da un thread di discussione su Reddit, in cui un turista si chiede cosa non dovrebbe fare per non infastidire gli italiani, per domandare al giornalista il suo punto di vista sui comportanti di chi viene a visitare l’Italia. Il risultato è stato uno spassoso bestiario dei comportamenti più fastidiosi dei turisti in montagna o al mare, al museo o in aeroporto.
Severgnini, che negli ultimi 30 anni si è occupato dei connazionali in viaggio o che vivono all’estero, questa volta ribalta la prospettiva, rivelando di non sopportare chi utilizza la bici elettrica in montagna o la moto d’acqua al mare, chi in un museo vuole vedere per forza tutto o un’opera soltanto ma senza capirla, e chi in aeroporto viaggia con i propri figli passando il tempo a sgridarli.