06 | 09 | 2025

Il corpo dei fantasmi

Come il mondo soprannaturale può essere interprete della realtà

La prima cosa che si possiede, sin dalla nascita, è il proprio corpo. Mariana Enriquez, scrittrice argentina, sente invece di non aver mai avuto un senso del possesso fisico rispetto a se stessa. Quello che la dittatura argentina, con la sua violenza e brutalità, ha lasciato in eredità alla popolazione è la sensazione che il corpo non appartenga a chi lo abita, ma a forze esterne, sempre pronte a portarlo via. Questo sentimento, tramandato di generazione in generazione, porta i cittadini a vivere in un costante stato di allerta e timore.

Se i corpi, anche una volta cadaveri, si trovano in condizione di non riuscire a prendere spazio, ecco allora che i protagonisti diventano i fantasmi. Questi ultimi, rivela Enriquez a Chiara Valerio, sono il simbolo della memoria e si manifestano tra noi nella vita quotidiana. Se in passato, in particolare nella letteratura gotica inglese, i fantasmi abitavano i luoghi del potere, oggi essi si trovano invece a popolare i luoghi e gli oggetti della vita di tutti i giorni.

I fantasmi delle storie di Mariana Enriquez rappresentano gli emarginati della società, sono infatti molti i fantasmi di persone anziane, omosessuali, transgender. Insomma, tutte quelle soggettività che vengono invisibilizzate durante la vita riescono a prendere spazio una volta diventate fantasmi. Basta avere un minimo contatto con la realtà, in Argentina come altrove, per accorgersi che questa rappresentazione delle disuguaglianze è un atto inevitabile, più che una scelta politica.

All’interno dei racconti di Enriquez scene tragiche e brutali si alternano ad un linguaggio e ad episodi carichi di tenerezza in una maniera che riesce a non risultare mai contraddittoria. Ciò che tiene insieme questi due aspetti è l’umorismo, che pure esiste nei momenti drammatici. Esistono infatti forme di amicizia e complicità che sopravvivono anche sullo sfondo di avvenimenti tragici ed è doveroso, secondo la scrittrice argentina, raccontare anche la leggerezza di questi periodi.

Narrare momenti divertenti, felici, in cui le persone non vivono in funzione di qualcosa è una scelta che va contro le logiche capitaliste del nostro tempo, in cui sembra che ogni soggetto debba dimostrare di essere produttivo e utile a qualcun altro. I corpi, soprattutto quelli femminili, diventano esseri da addomesticare, da omologare, basti pensare agli innumerevoli prodotti estetici che vengono propinati alle ragazze non appena raggiungono un’età in cui essere considerate “desiderabili”. Viene quindi instaurato un rapporto di costrizione e rispetto al corpo. I fantasmi, rifuggendo da questi paradigmi, assumono il ruolo di interpreti del desiderio, pur non avendo una mente, e del piacere, pur non essendo fatti di carne.