07 | 09 | 2025

Il nuovo giallo italiano, tra genio e ironia

Andrea Camillieri oggi avrebbe compiuto 100 anni, Festivaletteratura lo ricorda così

Correva l'anno 1998 quando Camilleri partecipò per la prima volta al festival, in un incontro condotto da Lella Costa, ospite anche lei all’evento di oggi. Già allora, prima del suo enorme successo, aveva dato prova del suo grandioso talento nell’arte del racconto, parlando della sua vita e della sua scrittura in modo divertente e unico. Come racconta la nipote, le sue narrazioni di vita, storia e fiabe, sanno essere ipnotiche, affascinando sempre gli ascoltatori.

Ad averlo incontrato ci sono anche Luca Crovi e Carlo Lucarelli, che in sua memoria hanno raccontato a tutta la calorosa Piazza Castello alcuni aneddoti della sua vita. Lucarelli lo incontra diverse volte, prima tra queste proprio a Mantova durante un’intervista doppia al seguito della quale nasce l’idea per un giallo a quattro mani, Acqua in bocca. I due scelgono la forma epistolare, creando così un legame tra il commissario Montalbano e Grazia Negro, i loro più celebri personaggi, ed è qui che capisce la sua grandiosità come pensatore: era andato oltre alla corrispondenza di lettere, includendo elementi unici.

Sono tanti gli eventi che lo rendono il personaggio per cui viene ricordato: ha un’infanzia vivace che lo porta alla ribellione nei confronti dell’istituzione scolastica, modifica le pagelle, mente imperterrito ai genitori.

In età più adulta vince il concorso per l’Accademia Drammatica di Milano dove rifiuta la sua parte d’attore poiché il suo obiettivo era fare il regista e non poteva permettersi di rinunciare alle sue ambizioni. Anche se vive nella miseria non abbandona la sua intraprendenza, e ricorderà i momenti passati con ironia e mai con pesantezza. Come disse Milan Kundera ne L’insostenibile leggerezza dell’essere «L’ironia è una dichiarazione di dignità, è la dichiarazione di superiorità dell’essere umano» e Camilleri ne è la prova.

È importantissimo per il giallo italiano, lo intellettualizza, rendendolo popolare anche tra gli scrittori e uomini di cultura che erano soliti a disprezzarlo. Inventa una nuova lingua, facendo sì che la letteratura parli il dialetto, nel suo caso, il siciliano. Senza avvalersi di alcun glossario, usa le parole in modo che il lettore possa identificarne il significato a seconda del contesto.

A renderlo speciale non è solo la sua tecnica, ma è il suo narratore che come un bambino non smette mai di essere entusiasta. «Cane maledetto» lo aveva chiamato il direttore dell’accademia in reazione al suo comportamento irrispettoso, ma la verità è che Camilleri avrebbe saputo dare voce a qualsiasi personaggio, solo che a raccontare la sua storia, era ancora più bravo. Andrea Camilleri: Una storia, è la biografia dell’autore scritta postuma con l’aiuto della famiglia da Luca Crovi.