06 | 09 | 2025

In fuga per la vita

I nuovi migranti climatici con Luca Mercalli, Sabrina Rossi Montegrandi e Luca Misculin

Parlare di clima e migrazione oggi non è semplice, neanche per gli esperti, perché siamo all’inizio di un’epoca di grandi sconvolgimenti climatici di cui vediamo i primi effetti concreti, senza sapere esattamente che forma e dimensioni avranno.

Luca Mercalli e Sabrina Rossi Montegrandi, guidati da Luca Misculin, hanno provato a fissare degli elementi certi di questo fenomeno. Il clima è sempre stato uno dei fattori principali della migrazione di popoli. Come ricorda Mercalli, la caduta dell’Impero Romano è stata provocata in parte da un cambiamento climatico, perché è a seguito di una persistente siccità che le popolazioni barbariche provenienti dalle steppe euroasiatiche si spinsero verso ovest. Se la specie umana ha sempre subito le variazioni del clima, è però a partire dalla fine del Settecento, con lo sviluppo della rivoluzione industriale basata sui combustibili fossili, che essa ne è diventata la causa principale.

Nel suo ultimo libro, Breve storia del clima in Italia, il climatologo sistematizza gli studi di climatologia storica in Italia, finora scarsi e frammentari, restituendoci un quadro quanto più completo possibile sulle variazioni climatiche che hanno interessato il nostro Paese dagli ultimi 25mila anni fino ai giorni nostri. Come Mercalli, Rossi Montegrandi concorda sul fatto che soltanto osservando il passato possiamo riflettere e provare a trovare delle soluzioni per avere un futuro migliore. Mentre le migrazioni di oggi sono mosse in piccola parte da motivazioni climatiche, se non interveniamo subito fra una cinquantina di anni assisteremo a fenomeni meteorologici nuovi, che porteranno a un’enorme amplificazione del numero dei migranti climatici.

La pressione demografica attuale non è paragonabile a quella del passato: ai tempi dell’Impero romano si stima che ci fossero 2-300milioni di persone; oggi siamo 8,2 miliardi. In particolare la maggior parte della popolazione povera del mondo è soggetta a tali pressioni demografiche. Ce lo mostra, per esempio, l’immagine del fotogiornalista Yasuyoshi Chiba del 2012, raffigurante la folla dei pendolari che si accalca sulla banchina della stazione Sé della metropolitana di San Paolo in Brasile, esposta alla mostra Non c’è più tempo dell’agenzia di stampa globale Agence France-Presse. L’obiettivo della mostra è di informare le persone, mostrando loro le fotografie, i video e i testi che fotografi, videogiornalisti e giornalisti hanno raccolto in tutto il mondo.

Secondo Mercalli, la tendenza della nostra società edonista a voler vivere nella tranquillità girando la testa dall’altra parte di fronte ai problemi è un fatto recente. Il mondo reale, invece, è fatto anche di avvertimenti che l’intelligenza umana deve raccogliere, perché la paura è un sentimento importante nell’evoluzione della nostra specie e ci può aiutare a superare anche questa crisi. Diventare consapevoli della responsabilità che abbiamo nei confronti del pianeta – perché la verità è che la Terra è piccola e le sue risorse limite – è il primo passo che dobbiamo compiere tutti insieme se vogliamo veramente salvarlo.