Le generazioni Z e Alpha utilizzano sempre più spesso parole che potrebbero sembrare bizzarre, soprattutto alle orecchie di chi non è abituato a sentire altre lingue al di fuori dell’italiano o del dialetto. Il loro è un linguaggio nuovo, prendono in prestito parole dall’inglese e soprattutto dai social, cercando un modo di esprimersi che li rispecchi più di quanto potrebbero farlo i termini tradizionali della lingua. I nuovi termini sono tantissimi, nascono in continuazione e alcuni diventano obsoleti in pochi mesi, quindi è complesso riuscire a tenerne traccia. Nonostante ciò, Beatrice Cristalli, esperta nel linguaggio generazionale, si è presa il compito di scrivere un libro a riguardo, Dizionario per boomer, cercando di aiutare le generazioni precedenti a rimanere al passo con le nuove.
Spiegare questi termini è complesso perché non esiste ancora una definizione ufficiale, tanto che il loro significato cambia a seconda di chi le utilizza, ma Cristalli, grazie ad un’analisi grammaticale delle parole, è riuscita a spiegarle perfettamente, chiarendo tutte le loro sfumature. Un esempio è la parola goat, “capra” in italiano, che non viene usato come nel passato con la sua accezione negativa, ma diventa un vero e proprio complimento volto a chi ha fatto qualcosa di grandioso, poiché è in realtà l'acronimo di Greatest Of All Time.
Queste parole talvolta derivano dal mondo della musica e dello spettacolo, come il caso di brat che potrebbe essere tradotto con "moccioso" ovvero bambino che gioca con le pezze sporche della strada, usato per la prima volta sulla copertina dell’omonimo album di Charlie XCX. Anche in questo caso il significato letterale non corrisponde al suo significato attuale, infatti le ragazze brat sono quelle carismatiche, che riescono a essere indipendenti, sfidando le regole, non interessandosi dei pensieri altrui. Così è nato anche il suo contrario, l’aggettivo demure nato dal trend very demure, very mindful, ovvero “molto modesto, molto consapevole”, associato alle clean girls, ragazze semplici, che si truccano poco e che non danno mai nell’occhio.
Questi nuovi termini si sono inseriti con naturalezza nel linguaggio dei giovani, tanto che c’è una preoccupazione generale per un possibile soppianto della lingua inglese su quella italiana. Da un lato questi neologismi comportano la scomparsa sempre più veloce dei gruppi dialettali che hanno caratterizzato l’Italia fino a questo momento, ma dall’altro costituiscono la possibilità di arricchimento della lingua che ingloba termini da altre creando qualcosa di mai sentito.