In questi giorni quello del Mantegna non è più l’unico spirito creativo ad abitare la sua casa: a lui, ma in carne e ossa, si uniscono Maria Calzolari e Hendrik Heinicke, duo di graficə, tipografə in viaggio e sperimentatorə in movimento, che giocano con la progettazione visiva e le tecniche di stampa. In arte Duo/Atelier Super Grotesque, sono partiti da Lipsia, la città tedesca del libro, e sono arrivati a Mantova, dove hanno trasformato il piano terra della casa del pittore in un laboratorio tipografico attivo per tutta la durata del Festival. Qui tutti i progetti abbozzati dai bambini durante i workshop della casetta editrice tenuti da professionisti del settore (traduttori, scrittori, grafici editoriali) diventano libri veri e propri.
Non si tratta però di libri normali: alcuni sono sono fatti solo di copertine, altri la copertina non ce l’hanno ma hanno solo la quarta, la bandella e la fascetta. Davide di Gennaro e Luca Pitoni di TOMO TOMO Studio, per esempio, hanno dato ai partecipanti carta, mele e titoli (la mela marziana, la mela del tempo eterno, la foresta delle mele giganti) e hanno chiesto di creare un collage che rappresentasse la mela descritta. I disegni munariani sono stati poi scansionati, i grafici ci hanno aggiunto i testi e i tipografi li hanno infine trasformati in un libro fatto, appunto, solo di copertine che tanto ricordano quella de Il piccolo bruco maisazio.
Con il traduttore Giuseppe Iacobaci i bambini si sono invece cimentati nella traduzione di Tremendous Stupendous, una fiaba inedita di Daniel Errico che è poi diventata un libricino con rilegatura metallica e con la copertina realizzata con stampa serigrafica. Nella tipografia, infatti, si cerca di unire diverse tecniche, dalle più tradizionali a quelle digitali, in modo da realizzare prodotti diversi e mostrare a chiunque abbia voglia di passare per di là come si costruiscono vari tipi di libro.
La quarta esperta a tenere un laboratorio è Susanna Mattiangeli, scrittrice, traduttrice e sceneggiatrice di fumetti ed enigmistica, che spiega ai bambini che il “sedere” del libro si chiama quarta di copertina e lì troviamo scritto un suo riassunto che dovrebbe farci venire voglia di leggerlo. Nella bandella la storia è spiegata un po’ meglio, e la fascetta serve a vantarsi del numero di copie vendute o di qualche premio vinto. Mattiangeli porta un po’ di libri per mostrare ai bambini di cosa sta parlando, compreso il suo Matita HB, e li indirizza nella creazione dei loro proto libri. Ecco che nasce la storia di Lorenzo, «piena di segreti, cose e forbici», appaiono delle candele che spengono tutto e un gatto a forma di palla entra in un computer. Il libro di Yuri aiuta a digerire e a parcheggiare, quello di Maria Francesca vende 18 miliardi di copie e quello di Leonardo vince il Premio Lumaca Luisa 2024.
Quella che nasce nella tipografia non è solo una collezione di oggetti-libro, ma un’esperienza condivisa che restituisce ai bambini la consapevolezza – e la gioia – di poter essere autori, traduttori e persino editori. La casa del Mantegna diventa così un laboratorio vivo, in cui la memoria del passato incontra l’invenzione del presente, e ogni pagina, anche la più improbabile, trova il suo posto in un universo editoriale fatto su misura per l’immaginazione.