07 | 09 | 2025

La sardissima trinità

Patrizia Sardo Marras racconta la sua storia assieme alle amiche Geppi Cucciari e Bianca Pitzorno tra risate, confidenze e memorie di vita

Insieme a Patrizia Sardo Marras, Geppi Cucciari e Bianca Pitzorno, a Mantova arriva il vento di Alghero. Quando le tre donne si siedono qualcosa nell’aria cambia e il tempo inizia a volare. Un’ora passa senza che nessuno se ne accorga e si crea un’intimità tale da farci credere di essere soli a chiacchierare con quelle che diventano solo Patrizia, Geppi e Bianca, tre amiche che ci sembra di conoscere da sempre. In realtà siamo in un migliaio e davanti a noi, sedute su un palco, ci stanno una delle più grandi scrittrici italiane contemporanee, la comica e attrice forse più conosciuta d’Italia e la co-creativa della maison Marras, recentemente, e finalmente, fatta scrittrice.

La comicità dell’incontro non arriva inaspettata: se c’è Geppi le risate sono inevitabili. Quello che per qualcuno è inaspettato è, però, quanto Bianca e Patrizia le tengano testa. Amiche da una vita, si stuzzicano, nominano paesi e zie che conoscono solo loro e finiscono a parlare in sardo. Geppi indossa le vesti di interprete e sembra quasi dover tenere l’ordine, fa notare che il pubblico probabilmente non capisce quello che dicono e non conosce Rebeccu, paesino nel centro della Sardegna che i Marras hanno contribuito a far rinascere. Rimprovera Patrizia del pudore che la blocca dal parlare del suo libro, sostenendo che tanto è il suo rifiuto nel pubblicizzarlo quanto è stato il suo talento e impegno nello scriverlo. Patrizia conferma, raccontando che inizialmente si vergognava così tanto da averlo salvato nel PC con il titolo Romanzo Criminale. Prima di arrivare a quello definitivo, La moda non è un mestiere per cuori solitari, Patrizia di titolo ne aveva proposto anche un altro: Volevo essere la moglie di Bruce Chatwin e invece ho sposato antoniomarras. Tutti ridono e Bianca le dice che per forza non avrebbero pubblicato un libro con il nome di un altro autore nel titolo, ma in realtà è un titolo molto esplicativo. Quella che racconta è infatti la storia di una grande lettrice, di una ragazza che ama i libri (e i vestiti) e che a quattordici anni incontra l’amore, la persona che le stravolgerà la vita: antoniomarras. Scritto così, tutto minuscolo e tutto attaccato perché, la deridono bonariamente le amiche, è così che lo chiama anche lei nella loro quotidianità.

Prendendosi in giro con grande affetto e raccontando aneddoti della vita di Patrizia, a partire dall’incontro con il futuro marito e il dramma con la fidanzata dell’epoca, fino ad arrivare all’episodio del loro cane che morde Ornella Vanoni, le tre donne creano uno spirito di cameratismo che include anche il pubblico. Sembra che stiano raccontando dei segreti, perchè Mantova è un po’ come Las Vegas e «What happens in Mantova stays in Mantova». Nonostante la resistenza di Patrizia, Geppi legge degli estratti di La moda non è un mestiere per cuori solitari e convince tutti che il pudore dell’autrice è ingiustificato ed è solo l’adorabile umiltà di chi ha letto tanto e ha paura di non esserne all’altezza. Ma, come sottolinea l’amica comica, «una di Alghero non può che scrivere un memoir quando ha l’animo parigino come Patrizia». Quello che racconta nel libro è la sua storia prima e dopo Antonio Marras, quella di cui ha sempre scritto sin dal momento in cui Bianca l’ha spinta a provare chiedendole di avere dei suoi racconti. Patrizia parte dalla sua esperienza personale, non ha bisogno di molta fantasia e a dimostrazione di ciò sono le foto di famiglia e i video delle sfilate che scorrono alle loro spalle, rappresentazione visiva del contenuto del libro e di quella che è ed è stata la sua vita, che dal momento in cui ha incontrato Antonio Marras ha deciso di dedicarla a lui, «e agli stracci».

Patrizia incontra il futuro marito a una festa, a cui era andata indossando la tuta da aviatore del padre. Ha quattordici anni e instaura con lui una relazione senza impegno, fino a quando, mentre si sta lavando i denti, si rende conto di essersi innamorata di lui. Da quel momento la sua vita viene stravolta e grazie a lui, alla sua intraprendenza e stakanovismo, nasce la maison Marras. Tuttavia l’impresa non la compie da solo: Patrizia ricorda come sua madre, che era solita cucire i vestiti per la famiglia, viene subito ingaggiata dallo stilista e passa dal seguire pedissequamente i cartamodelli su Burda ad assecondare i suoi capricci artistici. Lei e le altre sarte che si aggiungono col crescere dell’azienda diventano il cuore della maison, dimostrazione dell'eccellenza sarda di cui Geppi, Patrizia e Bianca sono esempi lampanti.

Quello che resta, al termine dell’incontro, non è soltanto la presentazione di un libro, ma l’immagine di tre donne che, con ironia e profondità, hanno trasformato Piazza Castello in uno spazio di confidenze e complicità, portando con sé l’anima della Sardegna e la forza di una vita intrecciata alla cultura, all’arte e all’amicizia. Patrizia Sardo Marras si conferma così non solo musa e compagna di un grande stilista, ma voce autentica e autonoma della narrativa contemporanea, capace di raccontare se stessa e, attraverso di sé, un mondo intero.