06 | 09 | 2025

L’acqua e le sue “audaci imprese”: per un’epica dell’ecologia

Come rappresentazione, narrazione e cambi di prospettiva possono salvare un ecosistema, nella prima lezione di Dis-equilibri

Lo scivolare dell’acqua lungo le sponde del Rio accompagna il nostro affacciarci al complesso delle Pescherie recentemente restaurato, che ci accoglie trasformato in un laboratorio all’aperto. Riusciremo a riciclare le lezioni di scienze delle elementari, per quello che ci aspetta oggi?

Chiudiamo gli occhi e recuperiamo quell’immagine che abbiamo visto tante volte da bambini: un ghiacciaio di montagna, da cui scende un fiume, che va verso il mare, il sole in cielo che riscalda, e l’acqua diventa vapore, ma incontra l’aria fredda e riscende verso terra come pioggia o ghiaccio.

Il ciclo dell’acqua: è un’immagine famigliare

«È una rappresentazione abbastanza romantica, questa» dice Marco Bartoli, professore di Ecologia all’Università di Parma: «le nuove immagini che rappresentano il ciclo dell’acqua includono nell’immagine anche esempi di bacinizzazione, pozzi, di usi industriali e domestici, le forme di inquinamento e i depuratori». Con lui, le ecologhe Sara Benelli, Monia Magri e Bianca Maria Lecchini e l'ingegnere Marco Faggioli raccontano le prospettive delle piante, del territorio, degli animali e dell’aria, su questa invasione del ciclo naturale dell’acqua.

Un ecology killjoy? Piuttosto un invito a una rappresentazione più accurata: lo sappiamo bene in letteratura, che la rappresentazione è importante, che un dettaglio sposta l’attenzione e la narrazione. Allora proviamo a creare la nostra scheda di lettura per questo poema epico dell’acqua.

La protagonista: Acqua

  • È decisamente un carattere complesso, a seconda di dove la incontri può essere salata o dolce, portatrice di vita o dall’energia devastante.
  • Trasporta materiali e “solidi sospesi” (di che colore è un ruscello dopo una forte pioggia?)
  • Solubilizza alcuni componenti chimici
  • Solo il 2% è la riserva utilizzabile dall’umanità per vivere
  • È la casa di numerose forme di vita, spesso ancora poco conosciute

Le sfide che incontra:

  • Impronta idrica: l’uso umano dell’acqua dipende anche dallo stile di vita, dal funzionamento degli acquedotti alle abitudini alimentari.
  • Prelievo e re-immissione: lo sapevate che il fiume Po viene utilizzato al 150% delle sue possibilità? Questo perché l’acqua viene prelevata e re-immessa nel fiume più volte.
  • Irrigazione: l’acqua viene deviata dal fiume verso una rete di canali, aperti poi per invadere i campi (in cui vengono utilizzati pesticidi) e irrigarli.
  • Il fiume Mincio, ad esempio, è lungo 74km, ma la rete di canali secondari che lo interessa è di oltre 100.700 km.
  • Dighe: modificano il territorio e il ciclo dell’acqua. Impediscono la biodiversità (avete mai visto un pesce scalare un muro?). Modifica gli equilibri chimici: a monte, dov’è lenta, consuma ossigeno, mentre a valle, dov’è più veloce e rara, libera più velocemente gas serra (metano e anidride carbonica).
  • Gli eventi climatici estremi: da un lato la possibilità di avere fino a 150 giorni con temperature stabili attorno ai 30°C (non è un’estate ideale: significa più umidità e -40% di acqua!); dall’altro troppe piogge in territori già fortemente colpiti.
  • I solidi sospesi che si accumulano sul fondale, e riducono la profondità dei laghi (anche quelli di Mantova: creati artificialmente, e 800 anni dopo un ecosistema naturale da salvaguardare).

Il nemico inaspettato:

  • Il fiore di loto. Bellissimo, esotico, instagrammabile, è una pianta che non necessita di luce sulle radici, che ha bisogno di acqua ricca di nutrienti e praticamente ferma. Perché è un falso amico? Perché mentre rilascia ossigeno (già sufficiente nell’aria), trasforma l’anidride carbonica nelle radici – cioè sembra aiutarci – e poi rilascia molto metano, quindi annulla l’aiuto che sembrava darci.

Gli aiutanti:

  • Il tempo: l’acqua dei fiumi e dei laghi ha dei tempi di ricambio precisi; infatti, le civiltà spesso nascevano attorno ai fiumi, perché la qualità dell’acqua era migliore grazie al loro corso veloce.
  • Gli ecologi: scienziati che studiano a monte gli effetti dei cambiamenti sul ciclo dell’acqua, e prevedono soluzioni per lo sviluppo sostenibile.
  • Meno Mr. Wolf, più veggenti: gli ingegneri che collaborano con gli ecologi per prevedere i problemi, anziché risolverli quando è troppo tardi.

La fascetta editoriale:

  • Make “tagliatelle d’acqua” sexy again: scienza, ingegneria, politica, enti di bonifica e cittadini per una filosofia delle stagioni. Del superare le differenze di prospettiva, per affidarsi alla natura, ai suoi tempi, alla vita che scorre sotto il pelo dell’acqua, leggera, su un pianeta equilibrista.