06 | 09 | 2025

Lettere a mia sorella: Van Gogh oltre il mito di Theo

Lo storico dell’arte Willem-Jan Verlinden dialoga con Melania G. Mazzucco dellla vita di Vincent Van Gogh attraverso lo sguardo inedito della sorella Willemien

Vincent Van Gogh (1853-1890) è universalmente riconosciuto come uno degli artisti più influenti della pittura moderna. La sua esistenza, segnata da tragedie e sofferenze, è stata oggetto di innumerevoli studi, in particolare per il rapporto con il fratello Theo, documentato da una fitta corrispondenza che ne ha rivelato l’affetto profondo e il ruolo cruciale, condiviso anche dalla cognata Johanna, nella sua carriera artistica.

Eppure, come ricorda Melania G. Mazzucco, «sembra impossibile adesso, ma c’è stato un tempo in cui non sapevo che Van Gogh avesse tre sorelle minori». Proprio a loro, e in particolare a Willemien, lo storico dell'arte olandese Willem-Jan Verlinden ha dedicato anni di ricerca, rivalutandone l’importanza nella vita e nell’opera di Vincent.

Nel suo libro Lettere a mia sorella, l’autore raccoglie ventidue lettere scritte dal pittore a Wil tra il 1888 e il 1890, negli anni della sua massima espressione artistica. In queste missive, Van Gogh non solo descrive i quadri a cui sta lavorando, molti dei quali pensati per lei, ma lascia emergere un rapporto fatto di dialoghi e complicità.

Il volume restituisce così un ritratto biografico di Willemien Van Gogh (1862-1941): una donna colta, indipendente, appassionata d’arte, che rifiutò le convenzioni del matrimonio e della maternità per dedicarsi a ideali di emancipazione femminile. Una figura che, tuttavia, condivideva con Vincent la fragilità della salute mentale: entrambi si riconoscevano infatti come anime sensibili e incomprese.

La vita di Wil prese poi una piega dolorosa: dal 1902 trascorse quasi quarant’anni in un ospedale psichiatrico, in una condizione di silenzio ed emarginazione. La sua vicenda diventa per Verlinden l'occasione per riflettere sul ruolo delle donne tra XIX e XX secolo e sull’inadeguata percezione della malattia mentale, vissuta allora come stigma sociale più che come condizione clinica.

Il legame tra Vincent e Wil, diverso ma complementare a quello con Theo, si rivela ancora oggi attuale: un racconto di fragilità umana, di legami familiari profondi e di destini segnati dal proprio tempo.