Cinque sono i titoli che Lilia Giugni , docente e ricercatrice presso l'Università di Cambridge e attivista femminista, sceglie per raccontarci la guerra attraverso quel grimaldello, quella lente d'ingrandimento, quello specchio magnificatore che lei stessa ci dice essere il femminismo .
https://gen-pol.org/
A iniziarci in questo lungo viaggio, che
esplora tutti e cinque i continenti e spazia dagli anni '80 del Novecento ai
giorni nostri, è il saggio della pluripremiata reporter di guerra,
Christina
Lamb
,
I nostri corpi come campi di
battaglia. Storie di donne, guerra e violenza.
Voci di donne,
importanti in quanto tali e non in quanto madri, mogli, figlie, che ci fanno
rivivere conflitto dopo conflitto, dalla seconda guerra mondiale fino a quelli
più recenti e contemporanei, le atrocità di cui sono state vittime.
Una cruda e
amara denuncia
delle condizioni della donna nei paesi in guerra; una
guerra che tutto giustifica, anche disumanità quali lo stupro, riconosciuto in
quanto crimine di guerra a livello giuridico solamente nel 1997.
Una realtà, quella che vede gli stupri di guerra una potentissima arma e strategia di reclutamento nei confronti del nemico, che purtroppo non ha confini né di spazio né di tempo. Con il secondo titolo, infatti, Cassandra di Christa Wolf , siamo trasportati indietro attraverso i secoli: alle vicende della guerra di Troia , la guerra per eccellenza. Una narrazione pensata da uomini, che racconta di uomini, ma che Christa Wolf permette di vedere dal punto di vista femminista: attraverso lo sguardo di Cassandra, figlia di Priamo e schiava di Agamennone. È la stessa Wolf a regalarci un modello di società femminista cui ognuno di noi, donna o uomo che sia, dovrebbe aspirare: la società del dialogo, della cura, simboleggiata nel romanzo dalla comunità di donne, nata sulle sponde del fiume Scamandro e aperta a tutti coloro che lo desiderino.
Protagonista del romanzo La donna abitata di Gioconda Belli , scrittrice nicaraguense, è una ragazza, Lavinia, una partigiana nicaraguense degli anni '60, voce e volto dell'autrice stessa. Donna che, in prima linea, imbraccia le armi per ciò in cui crede e diventa ben presto emblema di una delle questioni più controverse: esistono guerre "giuste"? Possono esistere guerre "giuste" in una società femminista, della cura?
A smentire ogni possibile perplessità riguardo la concretizzazione di una società della cura è il dottore e chirurgo ginecologo Denis Muckwege, premio Nobel per la pace 2018 . La sua autobiografia Il potere delle donne si rivela un'ode a tutte le donne che ha incontrato nel corso della vita: dalla madre che l'ha cresciuto fino alle colleghe, pazienti, concittadine. Fondatore di un ospedale destinato alla cura delle donne vittime di stupri e del centro di riabilitazione "La città della gioia", nonché attivista femminista, Muckwege è la prova che il femminismo è una via per leggere la realtà circostante, che può e dovrebbe appartenere a tutti, indistintamente.
https://www.nobelprize.org/prizes/peace/2018/mukwege/lecture/
A regalare una meta a questo viaggio letterario è il romanzo della scrittrice nigeriana femminista Chimamanda Ngozi Adichie Metà di un sole giallo . Una storia raccontata a tre voci e che ci teletrasporta alla fine degli anni '60 durante la lotta per l'indipendenza del Biafra dalla Nigeria. Un racconto che dona spazio e ascolto a tutte le vittime di una guerra che non hanno scelto, uomini o donne che siano. Una testimonianza di come la guerra, se guardata attraverso la lente d'ingrandimento del femminismo, riguardi alla fine ognuno di noi, indistintamente.
https://archivio.festivaletteratura.it/oggetti/4343-la-principessa-del-mondo-letterario-n-2017-09-06-015