06 | 09 | 2025

Nathan Hill e il rapporto tra felicità e verità

La lezione di "Wellness" a Festivaletteratura

Nato nel 1975 nello stato americano dell’Iowa, Nathan Hill è considerato una delle voci più promettenti e originali della narrativa statunitense contemporanea. Dopo un esordio folgorante con The Nix (Knopf, 2016), romanzo che gli è valso il plauso della critica e numerosi premi, lo scrittore torna sulla scena con Wellness (Rizzoli, 2024).

Hill si racconta con un tono intimo e coinvolgente. Ha ricordato le sue origini nel Midwest e la sua esperienza fallimentare a New York, dove – dopo aver perso il computer in un furto in cui aveva tutti i suoi primi scritti – si era temporaneamente allontanato dalla letteratura. «Avevo venticinque anni» confessa «e il primo racconto che apre Wellness l’avevo scritto allora. Era pessimo, per fortuna l’ho riscritto».

Dopo l’addio a New York, Hill torna nel Midwest e trova nel videogioco World of Warcraft un rifugio inatteso: «Quel gioco mi ha alienato – ammette – ma mi ha anche salvato. Mi rendo conto che per me era un placebo». La parola placebo attraversa l’intera poetica di Wellness. Hill racconta l’episodio che ha ispirato il romanzo: un amico, ossessionato dal benessere, spendeva fortune in pozioni, oggetti e terapie alternative. Quando Hill lo rimproverò, l’amico: «Lo so che non funzionano. Ma il mio benessere è reale».

Da qui nasce la riflessione che attraversa il libro. Ciò che è finto non è necessariamente inutile. «Lo facciamo da sempre» spiega Hill. «Pensate ai canti funebri medievali: non riportano in vita i morti, ma servono a chi resta». Questa relazione tra illusione e verità è al centro di Wellness: la protagonista - Elisabeth - confeziona elisir d’amore, «ma ho ribaltato la leggenda: questa pozione la deve prendere chi non ama più la persona che ha accanto. Per amare ancora». Gli oggetti, le storie, persino le immagini che ci circondano costruiscono la narrazione di chi siamo. E quando quella narrazione crolla, abbiamo bisogno di trovare nuovi significati, anche se sappiamo che non tutto è “vero”.

Un esempio arriva dalla copertina italiana del romanzo edito da Rizzoli. Nathan Hill ringrazia la scelta editoriale sottolineando che «è l’unica casa editrice nel mondo che ha avuto il coraggio che speravo. La copertina di Wellness ritrae la collina di Flint Hill. Per decenni, l’immaginario collettivo l’ha descritta come abitata da indigeni e circondata da montagne. «Ma quando ci vai – racconta Hill divertito – trovi solo prato per chilometri. L’illusione però resta. Anche lì abbiamo costruito storie per sentirci parte di quel posto».

L’ambizione di Wellness è fare spazio nella nostra narrazione quando le cose non tornano, accettando che, se qualcosa ci fa stare bene, la distinzione tra vero e falso perde importanza.

L’incontro si chiude con una riflessione sulla letteratura americana contemporanea. Secondo Hill, sta lentamente prendendo le distanze dall’idea di rappresentare un “uomo medio americano” univoco: »«Forse la domanda oggi è: chi è davvero il nuovo uomo medio americano? Siamo molte storie, non una sola». Acclamato dal pubblico, Nathan Hill conferma di essere non solo la promessa rivelatasi nel 2016, ma una delle voci più influenti della narrativa americana. Tra aneddoti, emozione e un sorriso che conquista la sala gremita, lo scrittore dimostra che la letteratura, come il placebo, non deve restituire certezze: basta che ci faccia sentire vivi.