05 | 09 | 2025

Può esistere un turismo sostenibile?

Un problema dalla difficile risoluzione

Andrea Pareschi, moderatore dell'Oxford Style a tema turismo e overtourism incalza il suo pubblico raccontando la dinamica del dibattito e i tema in esame:

Buonasera a tutte e a tutti voi. Vi do il benvenuto a questo incontro! Come moderatore del dibattito a cui vi apprestate ad assistere, vi ringrazio innanzitutto per aver deciso di partecipare, così numerosi da riempire questa Aula Magna. L’evento che inizia ora è un dibattito sul tema del turismo e della sua sostenibilità, ma più precisamente è un dibattito Oxford Style, il che significa, in prima approssimazione, che è un confronto di idee organizzato secondo un formato ben definito. Ve lo illustrerò tra poco. Quel che mi preme mettere in chiaro fin da subito è che l’obiettivo di questo formato è avere un dibattito “ben fatto”, che lasci ai relatori il tempo di sviluppare i propri ragionamenti e di rispondere poi a quelli degli altri, rigorosamente a turno e senza parlarsi sopra. Un confronto di idee rigoroso ma rispettoso: il che dovrebbe essere la base,e invece si vede ormai sempre più raramente, purtroppo. Ai quattro esperti che mi affiancano, divisi quindi in due squadre, spetta insomma il compito di portare argomenti a favore del Sì o del No. Lo faranno in una discussione che si articola in tre giri di tavolo, tre round di interventi. Durante ogni round, ciascun relatore interviene per un massimo di 4 minuti, vuoi per sviluppare i propri ragionamenti, vuoi per esaminare e rispondere a quelli della controparte. Il terzo intervento, quello conclusivo, sarà di 2 minuti a testa. Per quanto mi riguarda, non prenderò parte al dibattito, ma fungerò semplicemente da arbitro del confronto. Ultima cosa, ma non ultima per importanza: anche voi sarete coinvolti! Collettivamente, il pubblico sarà coinvolto in due momenti in particolare. Prima di iniziare il dibattito, terremo una votazione preliminare. Vi chiederò di alzare la mano per esprimere la vostra idea di partenza: se pensate che esista la possibilità di un turismo sostenibile, oppure no. Subito dopo il dibattito, vi farò nuovamente la stessa domanda e terremo una seconda votazione, in modo da saggiare se a seguito delle argomentazioni che avrete ascoltato il bilanciamento delle vostre idee sarà cambiato. Vi presento ora, seppur brevemente, i quattro relatori che hanno accettato di incrociare le spade
(figurativamente, si intende).

Simona Franzoni, professoressa di scienze economiche e statistiche all’Università di Brescia, sostiene che il turismo aiuti una rigenerazione urbana, contrastando la sovrappopolazione e lo spopolamento, motivando il Made in Italy; a favore di questa tesi porta l’esempio di alcuni piccoli borghi, come Osteno, Santo Stefano di Sassanio e Apella, le quali hanno giovato del grande circolo di turisti. Ad Apella, ad esempio, hanno recuperato case e castagneti abbandonati. Sarah Gainsforth, giornalista e scrittrice freelance, ribatte per la squadra che sostiene il no, dicendo che il problema del turismo è radicato nel sistema economico in cui va ad inserirsi, il capitalismo. Infatti, il turismo estrae ricchezza dai territori, attingendo a risorse che sono finite attraverso un processo di mercificazione, con il quale ogni valore diventa economico; dei beni che dovrebbero essere pubblici, come le spiagge, vengono privatizzati. Con l’aumento del turismo, diminuisce l’accesso alle risorse ed aumenta la ricerca di profitto da beni che non dovrebbero essere economici. Stefano Ravalli, direttore dell’APT della Valsugana, afferma che il vero problema del turismo è l’assenza di gestione. Nel suo territorio, ha dato la precedenza al dialogo con i residenti per soddisfare le loro richieste e comprendere le loro aspettative, realizzando ad esempio una pista ciclabile di cui potevano usufruire sia turisti che residenti, migliorando la qualità della vita di tutti.

Bisogna dunque ricercare un ecoturismo, che ponga al centro gli obiettivi della comunità locale. Non bisogna, dunque, chiudere la porta ai turisti ma aprirla alla gestione, perché questa risorsa possa portare beneficio a tutti considerando quella che è definita carrying capacity, ovvero la capacità dell’ambiente di sostenere un determinato numero di individui.

Giacomo Maria Salerno, dottore di ricerca in Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica, porta esempi concreti della sua vita, ovvero la devastazione subita da Venezia a causa del turismo. La crisi abitativa è alle stelle, poiché ogni appartamento viene affittato esclusivamente a contratto transitorio; la stessa situazione si trova a Firenze. Roma, Napoli ed altre città. Bisogna dunque limitare il turismo, per evitare che fagociti tutti gli spazi disponibili.

Le percentuali dei due round sottolineano come seppur il Sì rimanga in vantaggio i No e gli astenuti crescono in maniera importante, sottolineando soprattutto l'ambiguità delle opinioni:

1° Round:

  • Sì - 69%
  • No - 22%
  • Astenuti - 9%

2° Round:

  • Sì - 44%
  • No - 35%
  • Astenuti - 21%