In un’epoca in cui la carta stampata sembra vivere una crisi profonda, complice la crescita incessante di Internet, il dialogo con Francesca Spiller, fondatrice di Reading Room – libreria indipendente dedicata all’editoria periodica contemporanea – diventa occasione per interrogarsi sui cambiamenti degli ultimi anni e per immaginare possibili scenari futuri.
L’incontro si apre con il riferimento a riviste storiche di architettura e design, come Domus e Casabella, che hanno avuto un ruolo decisivo nella formazione di Beppe Finessi, architetto e professore, e di Luca Molinari, critico e teorico dell’architettura. I due studiosi sottolineano come queste pubblicazioni, insieme ad altre realtà italiane, abbiano contribuito a costruire e diffondere il mito del design italiano a livello internazionale, grazie alla loro forte identità autoriale. Al tempo stesso riconoscono che quel mondo editoriale non esiste più: appare oggi superato rispetto alle nuove tecnologie che influenzano ogni aspetto delle nostre vite, introducendo limiti ma anche nuove possibilità, e trasformando radicalmente sia il modo di fare rivista sia quello di praticare la critica tra carta e digitale.
Per Finessi e Molinari la rete – e, per estensione, l’intelligenza artificiale – costituisce una straordinaria opportunità, a patto di saperne governare l’uso. La vera sfida, sottolineano, non sta nello strumento in sé ma nella capacità di porre le domande giuste: senza un orientamento critico e consapevole, infatti, il rischio è di restare intrappolati nel caos indistinto prodotto dagli algoritmi.
Il confronto si sposta poi sulle rispettive esperienze editoriali: Finessi come direttore di Inventario e Molinari alla guida di Platform. Architecture magazine. Entrambi descrivono il loro approccio al racconto dell’arte e del progetto, valorizzando lo sguardo di giovani autori provenienti da tutto il mondo, capaci di offrire nuove prospettive. Secondo loro, ogni modalità di narrazione può essere valida se riesce ad allontanarsi dall’idea di un pensiero unico, aprendo a interpretazioni plurali.
Le riviste, spiegano, sono prodotti culturali in continua trasformazione: a differenza dei romanzi, seguono un andamento non lineare e assumono la funzione di veri e propri “magazzini” o archivi, sempre consultabili nel tempo. Alcuni esempi internazionali dimostrano come queste pubblicazioni abbiano saputo proporre discorsi di ricerca di grande complessità, quasi accademici, influenzando anche le strategie di posizionamento delle aziende partner. In questo senso, il mondo della moda è stato capace di intercettare tali dinamiche prima di architettura e design.
La conversazione si conclude con una riflessione sul ruolo delle riviste oggi: dare identità, anima e corrispondenza a ciò che i lettori desiderano. Finessi e Molinari chiudono con un auspicio rivolto al futuro: che siano i loro studenti a scrivere le riviste di domani, con lavori frutto di ricerche critiche e ponderate, ma anche capaci di visioni potenti e di una bellezza che sappia guardare al futuro con libertà e coraggio.