Polly Clark possiede la capacità di toccare con mano dei nodi particolarmente vitali nel discorso sociale contemporaneo: sa sovrapporsi, anche politicamente, fa riflettere aggiungendo un punto di vista, una prospettiva che mette in crisi il lettore.
Con queste parole Stefano Bottero presenta un’autrice che crea movimento, passaggio, spaccatura e polarità. Si discute sul concetto di musa nell'universo narrativo e si prosegue con la lettura di uno dei suoi poemi, Il Dio della poesia:
«ha capelli d'oro / è un anello d'oro al dito. / Porta con sé una valigia rossa / dentro cui due paia di scarpe / camminano sul bordo interno. / Gli piacciono le cose / Il Dio della poesia dice / Vuoi stare qui o no? / Se hai paura di rimanere solo / una poesia è una forma d'amore. / Ci stendiamo insieme / in una stanza sbiadita. / Andiamo avanti con il lavoro / di riempire la pagina vuota»
Questo componimento lascia intravedere da un lato il cedimento alla lusinga della poesia come amore, ma si tratta di un “cavallo di Troia”, poiché ciò che verifica è che la poesia è sì una forma d’amore ma vuota, priva di corpo, voce immateriale di forma inattesa.
L’autrice spiega come il proprio modo di descrivere il processo creativo rimanda a una sorta di relazione abusante, poiché ogni genere di scrittura comporta una qualche sorta di soggiogamento: il piacere deriva principalmente, in seguito, dall’aver realizzato quegli stessi versi. Un poeta prediligerà sempre l’amare all’essere amato - più che un ruolo, è un destino e un rituale.
Sono parole riprese da Wystan Hugh Auden, col quale condivide l’aver risieduto nella stessa cittadina, per Polly Clark in un periodo infelice inasprito dal fortissimo isolamento, che ha portato alla realizzazione di due racconti paralleli (Larchfield): il primo sulla storia del poeta britannico, dopo aver indagato le sue vicende; il secondo su una poetessa contemporanea che vive una situazione di solitudine. La convinzione dell’autrice è che se queste due anime si fossero incontrate sarebbero state in grado di salvarsi.
L'animalità e il rapporto con l’ambiente (che traggono approfondimento da una precedente esperienza professionale come guardiana dello zoo a Glasgow) sono due temi che portano l'autrice a pubblicare Tiger, dove utilizza un modello di scrittura che invita a guardare con più chiarezza all’interno di sé, riflettendo sul funzionamento della propria mente, affinché ci si possa specchiare in una miriade di punti di fuga.