« Via Scorticabove è una strada della periferia nord-ovest di Roma. È nascosta tra i cantieri stradali di Via Tiburtina e i murales di San Basilio. Percorrendola tutta ci si accorge che è solo una lunga fila di fabbriche dai cancelli arrugginiti, animata dai tir che ogni ora scaricano materiali e caricano merci. Sembrerebbe una zona industriale se non fosse per l’edificio giallo al civico 151. Questo reportage parte da lì, da quella che per più di dieci anni è stata la casa di una comunità di sudanesi, riconosciuti come rifugiati politici e affidati a una Cooperativa poi coinvolta nell’inchiesta su Mafia Capitale. »
Anni or sono, a Roma, è andata creandosi una comunità di rifugiati politici aventi diritto alla protezione internazionale. Sfrattati senza preavviso dalla casa in cui abitavano da più di dieci anni e costretti a vivere per strada fino a un nuovo sgombero il 3 ottobre 2018, in un'estenuante trattativa con il Comune di Roma e le istituzioni, i rifugiati di via Scorticabove continuano dopo quell'esperienza a essere il segno vivente di paralisi politiche, contraddizioni sociali e aneliti esistenziali che nella dimensione locale trovano la loro massima espressione. Quale è stato il destino di padri, figli, lavoratori, disoccupati, studenti e sognatori dopo lo sgombero? Quali identità si nascondono dietro l'etichetta di "rifugiati"? In Sotto sfratto , Francesca Cicculli ha raccolto tra il 2018 e il 2019 le testimonianze dei membri dell'ex comunità romana di rifugiati, seguendo le loro vicende attraverso le strade della Capitale e indicando ai lettori l'urgenza di un dramma politico lontano dagli interessi della comunità internazionale.
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