04 | 09 | 2024

Tiro in intuizione!

Festeggiare i cinquant'anni di D&D con una campagna d'autore
«Tutta una vita ad Andorra e non mi era mai capitata una situazione del genere. E dire che ho visto il mio paio di guai, combattendo da paladina e scendendo giù dal mio livello per portare aiuto ai poveretti dei gradoni più bassi. Mi trovo a indagare col re; non quel porco del re vecchio, non il suo legittimo erede, ma il sospettato dell’omicidio di entrambi. E a indagare proprio su questi omicidi! Il re non mi pare talmente furbo da inventarsi da solo un complotto del genere: sarà un’idea di qualche intrigante della corte. Il suo consigliere adesso si è messo a parlare di uno specchio magico in grado di dire la verità su chi si specchia. A me sembra una storiella inventata di sana pianta per depistarci…»
«Sono il consigliere del nuovo re, un elfo orgoglioso delle proprie capacità che si è fatto strada a corte con impegno, fatica e l'arte della propria magia. E ora all'improvviso il vecchio re muore misteriosamente avvelenato e suo figlio scompare, e per giunta sotto i miei occhi! Il mio signore, ora assurto al trono, dev'essere scagionato! Ma i sospetti sono troppi. Devo evitare di attirare troppi occhi su di me: dopotutto, neanche io ho la coscienza pienamente pulita... E devo stare attento a quella barda, l'altra consigliera, che già mi sta guardando con occhio sospettoso... E cosa pensare del nuovo guerriero mercenario e del druido venuto da lontano? Bah! Mi sembrano tanto fenomeni da baraccone! Magari questo antico libro in cui mi sono imbattuto, che accenna a uno specchio capace di rivelare la verità, può fare al caso nostro».

Andorra è una fiorente città isolata da tutto, oltre il deserto, costruita su cinque livelli di mura da quando fu rifondata centinaia di anni fa, divisa rigidamente in classi sociali. Nessuno dei poveracci del quinto livello può anche solo immaginare di mettere piede in uno qualsiasi di quelli superiori, abitati da persone di condizione sempre più agiata e socialmente rilevante. Pena: la morte. Chissà cosa avviene davvero lassù, in quei piani alti così inaccessibili: al secondo distretto, quello del clero, e ancora più su al primo, riservato alla nobiltà e alla famiglia reale... E chissà se è sempre stato tutto così...

Dungeons & Dragons quest’anno compie cinquant’anni, e il Festival lo festeggia così: una serie di sessioni d’autore, che saranno seguite, venerdì, da una campagna giocata da scrittori affermati. Le one-shot sono a loro volta scritte da autrici e autori presenti al festival: Fabio Geda, Marino Niola, Fiore Manni e Michele Monteleone, Samantha Bruzzone e – nel caso di quella di cui sopra – Marco Malvaldi, autore di gialli che in una classica ambientazione fantasy ha saputo inserire un aspetto di mistero. Fra l’attenzione data sia agli habitués sia ai principianti assoluti, il loro carisma e la loro straordinaria collezione di dadi, i dungeon master dell’associazione Amici Ludici di Mantova guidano i gruppi di giocatori, che, ai tavoloni di legno della location suggestiva del Consorzio di Bonifica, si trasformano in improvvisate compagnie di druidi, chierici, halfling.

L’esperienza immersiva di D&D l’ha provata chiunque abbia mai partecipato a una sessione. A dispetto dello stereotipo, che vuole i giocatori vestiti in perfetta pompa elfica, chi ruola (come chi fa il master) ha bisogno principalmente delle sue parole, della sua prontezza e immaginazione. Con poco – qualche mappa, qualche schema, qualche vezzo nella voce – ci si ritrova davvero a sospettare gli uni degli altri e a temere, nel buio, l’agguato. Non si è più seduti a un tavolo di un palazzo di Mantova con dei dadi in mano: ci si ritrova, per esempio, nella città di Andorra, sorta in mezzo al deserto, con le sue caste chiuse nei cinque livelli della sua struttura a gradoni: una versione in grande scala dell’enigma della camera chiusa.

Una città che racchiude un grande mistero e una storia antica di cui ormai sembrano essersi perse quasi tutte le tracce, ma che potrà lentamente disvelarsi se i giocatori, al netto delle diffidenze e degli scopi individuali, saranno in grado di indagare nella giusta direzione. E se, attraversando le fogne come in un romanzo di Victor Hugo, si raggiunge un po’ ammaccati una città sotterranea e apparentemente deserta, si prova davvero la strana meraviglia, il brivido e l’inquietudine di certa urbex, della fascinazione per i luoghi abbandonati che sembrano irreali.

L'avventura in questione rivela il tocco autoriale da giallista di Marco Mavaldi, che assegna a ogni personaggio giocante un background e degli scopi precisi da portare avanti per interpretare al meglio il proprio ruolo, riuscendo sapientemente a mescolare l'enigma di un delitto, dove si cerca il classico assassino (ma questa volta niente maggiordomi) con gli intrighi e le rivalità di una corte reale e i segreti della storia remota della città di Andorra. In perfetto stile da gioco di ruolo, le vie per arrivare alla soluzione sono molteplici: dovranno essere i giocatori, confrontandosi tra loro e rivolgendosi gli uni agli altri esattamente con i toni che farebbero i loro personaggi, a scegliere la pista da battere per scoprire qualche informazione in più. È naturalmente anche possibile dividersi (sebbene il cinema horror insegni che non si tratta quasi mai di una buona idea), mandare qualcuno in avanscoperta, evitare di presentarsi in un certo luogo in gruppo per destare meno sospetti, finanche parlarsi in privato per fomentare i sospetti per l'uno o per l'altro, sempre che qualcuno non lanci di nascosto una qualche magia... E ovviamente si deve anche combattere, sfruttando la forza bruta della spada, la precisione di un arco o gli effetti più svariati delle magie a disposizione. Insomma, ogni sessione di gioco non è mai uguale alle altre: sono i giocatori, con le loro intuizioni e la forza del loro impersonificare il loro ruolo, a plasmare il sapore della storia, divertendosi e ridendo assieme.

Ma Salita ad Andorra non è l'unica campagna d'autore che è possibile giocare nello spazio D&D di piazza Broletto: gli Amici Ludici ne hanno preparate anche altre, ricche allo stesso modo di emozione, battaglie e colpi di scena. Non si può dunque che consigliare a tutti di venire ad assaggiare di persona il tipico sapore deciso di questo gioco da favola.