Viaggiare nella storia del nostro paese attraverso le gesta di un grande atleta. E il grande atleta è Billy Costacurta, raccontato con le parole di Federico Buffa. Un grande atleta dalla lunghissima carriera, come quella di Maldini. E con un maestro assoluto come Franco Baresi, ospite al Festival quattro anni fa. Una carriera lunghissima per aver avuto sempre un atteggiamento nei confronti del calcio come professione. Una carriera sempre nel Milan, dal 1987 al 2007. Costacurta, il cui cognome originario sarebbe Kostacurta essendo la sua una famiglia del Tirolo austriaco, avrebbe potuto fare carriera nel Rapid Vienna, ma per fortuna la lettera k si trasformò in una c e rimase in Italia. Billy perdette il padre a 17 anni e, come Gigi Riva, non riuscì quindi a mostrare al genitore la sua bravura, ma i ricordi del padre sono molti, soprattutto quando lo portava a vedere le partite di calcio e poi il basket a Varese (la squadra più forte d’Europa in quel periodo). Il soprannome di Billy arriva proprio dal suo giocare meglio con le mani che con i piedi, almeno secondo un suo allenatore delle giovanili che lo invitava a giocare nella Billy Milano di basket. Ma evidentemente non era proprio così. Nel 1986 entra in prima squadra ma per poter giocare di più viene prestato al Monza, poi torna e trova il Milan di Sacchi e Berlusconi. Esordisce a Verona dopo una settimana nella quale il Milan era stato eliminato dalla coppa e Sacchi era in forte discussione nonostante Berlusconi lo sostenesse. Costacurta viene messo in campo al posto di Filippo Galli e vincono lo scudetto. I tifosi gli perdonano anche gli errori visto che viene dalle giovanili, e il resto lo fanno Baresi e Maldini. In finale di Coppa Campioni a Barcellona Costacurta esce e Galli entra a partita ormai finita. Ma è una sorta di ringraziamento per chi si è speso anche dalle seconde linee. Sempre Galli poi sostituì Billy in finale di coppa del mondo nel 1994 (Costacurta era squalificato) e annullò Romario. In quel mondiale successe di tutto. Perdemmo la prima partita e la seconda vincemmo in dieci, per poi passare il turno come ripescata tra le migliori terze. Il resto è storia, con Roberto Baggio che ci porta in finale ma che poi sbaglia il rigore decisivo. Con Baresi infortunato dopo la prima partita (tornerà per la finale e, nonostante la mancanza di allenamento, farà la più bella partita mai giocata da un difensore), Sacchi affida la squadra proprio a Costacurta. E nonostante tutto erano davvero convinti di giocare nella squadra migliore ed erano sicuri di poter dimostrare di valere, come poi accadde.
I racconti degli eventi sportivi si mescolano poi alla vita di spogliatoio, alle storie goliardiche di quel gruppo: nessuno voleva stare vicino a Sacchi a pranzo e a cena perché lui parlava solo di tattiche e Antonio Conte alla fine si ritrovava sempre vicino a lui (l’effetto finale però è stato quello di formarlo e farlo diventare uno degli allenatori più forti di questi tempi); e ancora, le storie di Baresi e Berti insieme in camera durante il mondiale, o le giornate libere passate con le mogli (o con Nicola Berti se facevi parte degli scapoli); la notte prima della finale con i roller nei corridoi dell’albergo a sentire le parole di Sacchi e di Baggio, con Berti che non vuole battere i rigori. E Pizzul che purtroppo non ha mai potuto gridare “Campioni del Mondo”.
Dal 1997 il Milan ogni anno compra un giocatore nuovo per il ruolo di Costacurta, ma vengono scartati uno dopo l’altro e Billy continua a giocare e a vincere, con Zaccheroni, Capello e Ancelotti. Il senso di appartenenza è fortissimo, fino al 2007 quando Billy si ritira e organizza una partita con gli amici a San Siro. Tra i tanti record (7 campionati e 5 coppe dei campioni) anche quello del gol segnato dal giocatore più vecchio e quello del giocatore con la media gol più scarsa di sempre. Ma la cosa più singolare è «lo slalom parallelo vinto contro Alberto Tomba», da non intendersi ovviamente alla lettera. Parola di Federico Buffa.