06 | 09 | 2025

Vecchiaia: istruzioni per l’uso

Le riflessioni di Beppe Severgnini su come affrontare la terza età con maggiore leggerezza

«Quando sono in giro per Mantova tutti mi ricordano qualcosa». Incomincia così il suo racconto Beppe Severgnini, ricordando le passate edizioni di Festivaletteratura e creando da subito un’atmosfera di dialogo con il pubblico. L’autore, all'inizio, ringrazia anche la nipotina, perché - sostiene - per scrivere questo libro sulla vecchiaia senza renderlo pedante ci sono voluti tutto il disordine e tutta la lungimiranza di una bambina. Il grande pericolo, a una certa età, consiste proprio nell’eccesso di ordine. Ma il vero problema che si cela dietro l’invecchiamento è la sua stessa negazione: a un certo punto della propria esistenza diventerà obbligatorio e fondamentale chiedersi quanti anni buoni di vita rimangono da vivere. E allora, per sdrammatizzare, Severgnini propone al pubblico un test: il D.E.C.L.I.N.O. (acronimo di: domande esplicite chiedono lealtà intellettuale nessuna omissione) per chiedere alle persone che tipo di anziani stanno diventando. Un test tra il serio e il faceto che ha divertito particolarmente il pubblico, grazie a domande come:

  • Hai mai pensato di acquistare un borsello?
  • A pranzo parli della cena e a cena ragioni del pranzo del giorno dopo?
  • Hai citato le condizioni della tua schiena nell’ultima settimana?
  • Ti sei mai fermato ad ammirare le pantofole in una vetrina?

Si sono susseguite le letture di una rassegna di poesie tutte al femminile incentrate sul tema dell’invecchiamento di autrici come Antonia Pozzi, Patrizia Cavalli, Alda Merini interpretate dalla voce di Chiara Buratti.

Il nuovo libro di Severgnini, Socrate, Agata e il futuro, affronta due temi spesso ingiustamente ignorati: il rapporto con gli oggetti e la cura nella scelta delle parole. L’autore, infatti, trova particolarmente sgradevole che un anziano - magari un nonno - nel disperato tentativo di inseguire la propria gioventù, diventi verbalmente volgare, con l’unico risultato di mostrarsi patetico. Inoltre, siccome una caratteristica degli anziani è, nell’ottica di Severgnini, dare consigli non richiesti, lo scrittore fornisce nel suo libro una serie di consigli su come affrontare la terza età. Una pratica salutare, a suo dire, è continuare a porsi domande e non lasciare che si occupino solo i giovani della vita, ricordandoci che ogni semplice gesto d’arte (come ad esempio una nonna che regala un ricamo alla nipotina) è un modo per non essere soli e anche un modo per non morire. Infine, l’importanza dell’ironia è fondamentale: al tempo stesso «antiruggine dell’anima» e «sorella laica della misericordia», permette di sorridere delle imperfezioni del mondo e, in fondo, perdonarle (a differenza del sarcasmo, che è feroce e vuole punire). La vita, avverte lo scrittore, va guardata e pensata come se fosse una trama giunta ad un certo punto della propria storia.